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Questa tesi mette a fuoco la ricezione del modello linguistico e stilistico di mimesis dantesca in Pasolini. Costituisce parte di un più ampio discorso sulla rappresentazione culturale che a partire da alcune sue opere teoretiche e creative particolarmente significative intende problematizzare il ruolo di critici letterari come Contini ed Auerbach nella formazione dell’idea pasoliniana di 'realismo' considerando l’intricata relazione tra i due concetti (‘mimesis’ e ‘realismo’). Questa ricerca è incentrata su due principali periodi della vita dell’autore: una fase di ‘realismo dantesco’ che ha inizio nei primi anni ’40 e culmina nel 1965 con La Divina Mimesis, ed una fase di ‘postrealismo dantesco’, che descrive la crisi del realismo dantesco negli ultimi dieci anni della carriera pasoliniana. In primo luogo, analizzo l’influenza che ebbe Contini nell’avvicinamento dell’autore ad una poetica di oggettività e sperimentalismo linguistico negli anni ’40. In secondo luogo, esploro la risposta dell’autore al plurilinguismo di Dante nel contesto del dibattito ideologico sulla nuova ‘questione della lingua’, sul Neorealismo e sul Neosperimentalismo negli anni ’50. Infine, esamino quella fase pasoliniana di ‘postrealismo dantesco’, nella quale l’autore mette in discussione la poetica della mimesis ritrovando piuttosto nell’allegoria e nella visione gli strumenti retorici per rappresentare la realtà. This thesis focuses on the reception of the linguistic and stylistic model of Dante’s ‘mimesis’ in Pasolini. It forms part of a growing discourse concerning cultural representations which seeks to problematise the role of literary critics such as Contini and Auerbach in the formation of Pasolini’s idea of ‘realism’ and assist the exposition of the intricate relationship between the two concepts (‘mimesis’ and ‘realism’) in some of his significant theoretical and creative works. The research is centred on two principal, relevant periods of the author’s career. a phase of ‘Dantesque realism’, starting in early 40s and culminating in 1965 with La Divina Mimesis, and a phase of ‘Dantesque postrealism’, describing the crisis of realism in the last ten years of Pasolini’s work. I firstly analyse Contini’s influence in the author’s approach to a poetics of objectivity and linguistic experimentalism in the 40s. I secondly explore Pasolini’s theoretical response to Dante’s plurilingualism in the context of the ideological debate on the new questione della lingua, Neorealism and ‘Neosperimentalismo’ in the 50s. Finally, I examine Pasolini’s stage of “Dantesque postrealism”, in which the author debates the poetics of mimesis and rather employs allegory and vision as best rhetorical tools to represent reality. |