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La cartografia digitale ha trasformato radicalmente le forme di visualizzazione, mappatura e navigazione del territorio. Alcuni artisti si sono serviti di GeoTools per mostrare l'automazione della visione algoritmica e decodificare il funzionamento dell'hardware che la supporta. Considerato il tracciamento cui siamo sottoposti all'interno di una rete fitta di tecnologie e dispositivi i cui meccanismi sono sempre più opachi, attivisti, collettivi e ONG hanno ridefinito la nozione di cartografia, mappato e reso visibili questioni di ecologia politica e di genere e processi economici e sociali. In questo volume Lorenza Pignatti si è occupata del rapporto tra arte e cartografia, con un excursus di opere paradigmatiche: dalle deambulazioni dei dadaisti e dei surrealisti alle derive psicogeografiche dei situazionisti, alla Geofiction di Marcel Broodthaers, fino alle sperimentazioni cartografiche degli ultimi decenni. Con il Gruppo Ippolita, Juan Guardiola, Anna Castelli e Franco La Cecla ha inoltre approfondito il dialogo transdisciplinare esistente tra l'ambito geografico e quello umanistico-antropologico. |