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«Amo l'arte giuro, ma sto male nei musei / sangue caldo nei cortei, giù le mani dal futuro / figli di un'Europa condannata a morte / facciamo festa sul Titanic e poghiamo urlando più forte». Alberto Dubito cantava così in FrustrAzione dei Disturbati dalla CUiete. Già nel 2011 aveva perfettamente compreso l'epoca terminale in cui siamo immersi, consapevole che quando ci si trova di fronte a un muro bisogna scavalcarlo o tirarlo giù a calci. Anche noi gridiamo giù le mani dalla nostra vita futura dopo o a fianco del Covid; giù le mani dal nostro futuro e dal virus che potrebbe essere l'ultimo avvertimento prima della fine del capitalismo e del vostro mondo. Giù le mani dal futuro è il titolo nel nuovo libro dedicato al Premio Dubito 2021; nella dispensa della IX edizione, dopo un lunghissimo anno, proviamo nuovamente ad annodare i fili tra poesia, musica e dissenso. A vent'anni dal primo slam in Italia, Sergio Garau ci spiega un prezioso antidoto all'uniformazione del linguaggio. Lilith dei Not Moving firma un racconto appassionato sulla vita e l'opera di Patti Smith. Poi un dialogo di Lello Voce con Gabriele Stera, Giulio Pecci ci porta nel territorio ibrido tra jazz e rap di protesta, prima dell'autointervista di Franco “Bifo” Berardi, il più visionario dei filosofi dal pensiero radicale di quest'anno pandemico. A seguire i testi sul rapper Pablo Hasél che è stato incarcerato per le sue parole e su Gata Cattana, poetessa femminista. Altri saggi brevi sul poeta palestinese Yahya Hassan e sul compianto Gabriele Galloni, morti entrambi di recente a venticinque anni. Infine troverete i testi dei quattro finalisti dell'edizione 2020: Monosportiva Galli Dal Pan, Proxima Parada, PURPL3GR43 e Marko Miladinovic. |