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Nel quaderno sono raccolti i colloqui più stimolanti che l'autore ha intrecciato, a cavallo dei secoli, con alcuni personaggi dell'arte, della poesia, della critica interdisciplinare. La sincerità è un chiodo fisso dell'autore. La sincerità, secondo Ghirardi, è l'unico strumento valido per captare gli umori e i rumori delle voci singole o delle masse corali – alias mode o correnti – alle quali le voci appartengono o sono appartenute. La sincerità non è sempre premiata in quanto gli atteggiamenti legati alla fama non permettono al personaggio di proiettare se stesso al di fuori dell'ufficialità anche se l'intervista, scritta o trascritta, è un episodio provvisorio, legato al momento e alle scale mobili della cultura che non sta mai ferma, nel bene e nel male. Cosí vuole la vita, anzi la storia. Ecco perché le conversazioni ghirardiane aprono le porte agli interrogativi intriganti, ai dubbi, ai sospetti di chi segue con attenzione le evoluzioni e le involuzioni dei processi creativi e riflessivi. Tante cose vengono dette e smentite. Ma c'è sempre un testimone che ascolta e annota, che condanna e perdona gli sbalzi di umore e di pensiero. Anche l'artista al di là delle mitizzazioni ereditate dai secoli recenti è un uomo, ora umile ora superbo. Ghirardi è un intervistatore onesto, attento agli aspetti umani, graditi o sgraditi. L'autore ha uno stile inedito di conversare perché, giudizi a parte, è interessato a raccogliere spezzoni di trame e racconti, obbedendo all'istinto narrativo più che alla falsa morale del critico suo malgrado. Nella premessa viene colto un aspetto sul quale molti tacciono per esigenze opportunistiche. L'amore per l'arte spesso è un sentimento scontato. Nessuno avrà mai il coraggio di dichiararsi nemico dell'arte. La cultura è uno specchio di verità e di bugie, quelle di chi finge di apprezzare un'opera d'arte e, girato l'angolo, dichiara a se stesso la più squallida indifferenza. Arte? Antiarte? Arte per i collezionisti o per i musei, l'arte che Leo Castelli indicava ai pupilli orientati o disorientati del suo entourage? L'arte, per noi, non è un complemento facoltativo dello spirito ma uno scopo di vita che riscatta le idee, forse le ultime, dagli interessi materiali di una quotidianità sempre più opaca e schiava delle apparenze. |