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Insidiatisi a Napoli nel 1442 con Alfonso il Magnanimo, gli Aragonesi, come è noto, governarono il Regno per circa mezzo secolo con tale incisiva autonomia da determinare la nascita di una nuova identità civile e culturale, con i caratteri chiaramente riconoscibili dell'Umanesimo e del Rinascimento napoletani. Se Alfonso per primo cominciò a raccogliere codici latini ed a promuovere la rinascita della vita culturale napoletana, Ferrante dette un impulso decisivo alla crescita culturale della città e realizzò una monarchia razionalizzata e moderna, che finì con l'assegnare a Napoli un ruolo di spicco anche al di fuori dei confini del Regno e non soltanto nell'ambito degli studi umanistici. Il volume che qui si presenta raccoglie gli Atti di due giornate di studio dedicate, da un lato, a rintracciare nelle fonti (documentazione archivistica, biblioteca di Alfonso, carte di Ferrante ecc.) l'origine ed i motivi dell'identità dell'umanesimo napoletano e, dall'altro, ad investigare ruolo e funzione rivestiti dagli Aragonesi per la promozione e la circolazione del documento scritto, al quale i sovrani attribuirono peculiare importanza anche sotto il profilo sociopolitico. Da un punto di vista metodologico, il Convegno si è proposto di disporre su un piano interdisciplinare il confronto e l'approfondimento delle problematiche indicate: si è cercato perciò il coinvolgimento di studiosi non solo del settore della letteratura, ma anche della storia, del diritto e della storia dell'arte. L'invito a partecipare è stato poi rivolto anche ad archivisti e bibliotecari, cioè a coloro ai quali è affidato il compito di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, con l'obiettivo di contribuire ad una sempre più documentata e approfondita conoscenza del Quattrocento partenopeo. Indice: M. SANTORO, Presentazione; M. SANTORO, Cronaca delle giornate di studio (Ravello 3–4 ottobre 2002). Giovedì 3 ottobre: E. CORTESE, Lo studio di Napoli e la scienza giuridica dei tempi aragonesi; M. CATAUDELLA, Le presenze di letteratura in volgare nella Biblioteca degli Aragonesi; P. CHERCHI, I volgarizzamenti della Biblioteca aragonese; M. DE LAS NIEVES MUÑI Z MUÑIZ, Le traduzioni spagnole della letteratura italiana all'epoca della corona d'Aragona: saggio di un catalogo sistematico; A. GARGANO, Poeti iberici alla corte aragonese di Napoli (Carvajal, Romeu Llull, Cariteo); I. NUOVO, Potere aragonese e ideologia nobiliare nel De Obedientia di Giovanni Pontano; R. RINALDI, Un problematico autografo del De fortitudine di Giovanni Pontano. Venerdì 4 ottobre: G. TOSCANO, Opere fiamminghe nelle collezioni di Alfonso il Magnanimo; M. SANTORO, Stampa e cultura: il contributo aragonese; E. AMBRA, Alfonso e la scrittura. Frammenti della Biblioteca aragonese alla Nazionale di Napoli; C. REALE, L'incunabulistica napoletana e il Panormita: le Epistolae familiares; P. ZITO, Un testo tanto caro al Sacratissimo Rè. Il liber de homine e il sodalizio Del Tuppo–Geraldini; L. MONTI SABIA, Una poco nota lettera di Laudivio Zacchia a Giovanni Pontano (Cod. Urb. Lat. 1401, c. 2v); G. GERMANO, Due sconosciuti endecasillabi del Cantalicio in un quinterno autografo della Biblioteca Nazionale di Napoli (MS. V E 62); A. IACONO, Il manoscritto Burney 343 della British Library di Londra nella tradizione manoscritta del Parthenopeus di G. Pontano; M. RINALDI, Due miscellanee astrologiche mediolatine annotate da Giovanni Pontano. Indice dei nomi (a cura di S. Segatori). |