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Il processo di conoscenza di un’architettura trova, quale momento fondante, la sua rappresentazione. Indipendentemente infatti dalla sua natura, ovvero che sia di disegno o di rilievo, il disegno fissa su carta il senso di uno spazio, pensato o esistente, permettendo di coglierne le geometrie, le proporzioni, le qualità, materiali o immateriali che siano.Quando poi l’oggetto della rappresentazione è un’architettura non più esistente, perché andata distrutta o perché radicalmente trasformatasi nel tempo, il disegno diventa una fonte documentaria imprescindibile per poter recuperare e tramandare almeno la memoria dello spazio originario.Partendo da tali considerazioni, la proposta di contributo vuole esplicitare gli esiti di una sperimentazione condotta sulle potenzialità della rappresentazione infografica quando rivolta alla ricostruzione digitale di architetture del passato delle quali il disegno costituisce, appunto, l’unica testimonianza storica. In particolare il lavoro che si vuole presentare ha quale oggetto un ponte progettato da Luigi Vanvitelli per un tratto del fiume Sele, in Campania, andato quasi completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito con fattezze decisamente lontane dalla soluzione originaria. Di questo, attraverso ricerche d’archivio, sono stati reperiti i grafici progettuali autografi, messi poi a confronto con gli elaborati di rilievo del ponte attuale, al fine di verificare cosa, dell’architettura vanvitelliana, fosse rimasto inalterato.Attraverso tecniche di modellazione digitale, infine, il ponte è stato ricostruito, almeno nella virtualità dello spazio infografico, con l’intento di poterne restituire le forme, le misure, le qualità materiche. |