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Importanti contributi alla definizione della nozione di estetica e creatività colgono il contemporaneo mutamento di paradigma, il quale in modo trasversale alle scienze umane e a quelle biologiche mette in evidenza l’ineludibile dimensione incarnata dell’intelligenza e della creatività umana, traendone ispirazione e anche importanti sollecitazioni per ridefinire nozioni, concetti e teorie. Al fine di attivare una sensibilità etica ed estetica, in cui gioca un ruolo fondamentale la coscienza corporea, ci è sembrato necessario partire dagli aspetti epistemologici, per poi soffermarci sul “come” avviene e “cosa” emerge dall’integrazione dell’arte con la scienza. Tale incontro, reso possibile dall’interazione con un prodotto artistico, ad un livello fenomenologico ha messo in comunicazione due mondi: quello dell’artista e quello del fruitore artistico. Dall’osservazione della qualità di questo incontro, al “confine di contatto” tra i due mondi, emerge una connotazione poetica e poietica di nuovi legami associativi e, dunque, nuove sensazioni che si aggiungono alla costruzione mentale del mondo. Ciò permette di aprirci a nuove possibilità di espressione della creatività della mente umana e al superamento di qualunque forma di stereotipo, giudizio e pregiudizio, a cui siamo sempre più esposti. Partendo dagli Archetipi e dalle ultime ricerche nel campo della neuroestetica, si vuole utilizzare nella disciplina della psicosomatica e come approccio pedagogico all’arte un metodo di “Esperienza Estetica Incarnata Creativa Consapevole”® di stampo bio-psico-sociale. In un’ottica Gestaltica, questa ipotesi metodologica mira a comprendere i meccanismi e i processi che sono alla base delle transizioni efficaci tra l’individuo e l’ambiente, agevolando un sano sviluppo del Sé creativo. Tale proposta metodologica fonde tecniche corporee con quelle immaginative attraverso la visualizzazione e l'interpretazione gestuale di un'opera d'arte, per consentire di avviare un percorso di empowerment psicocorporeo e permettere una gestione creativa del proprio mondo emozionale. Il metodo, con la sua sperimentazione ormai decennale, è stato già utilizzato come intervento di Medical Humanities nell’Azienda Sanitaria Locale di Napoli, nei Centri di riabilitazione e nei Corsi Universitari. Nello specifico di questo studio pilota, l'efficacia del metodo è stata monitorata da osservazioni partecipate di psicologi tutor circa i vissuti personali post-laboratoriali dei partecipanti, inoltre è stato utilizzato un questionario auto valutativo degli indicatori rappresentativi della qualità della comunicazione non verbale: la Diade Rev.3. Al fine di sostenere il processo di co-creazione dell’esperienza relazionale vissuta durante i laboratori sono state raccolte testimonianze narrative riferite alle percezioni personali di ciascun partecipante, poi archiviate in un e-book quale report dell’intero percorso esperienziale. L’obiettivo è stato sviluppare un percorso di riappropriazione corporea e di decodificazione imitativa dell’opera d’arte, al fine di attivare l'esperienza empatica attraverso l'esplorazione dell’aspetto motorio, delle life skills, della creatività, delle capacità di coping ed il miglioramento delle capacità relazionali. Attraverso la rappresentazione artistica, l’utilizzo di tecniche psicocorporee e la catarsi è stato possibile prendere consapevolezza di aspetti profondi della propria realtà psicologica ed esistenziale e avviare un processo di risoluzione di conflitti interni e con l'ambiente esterno, condividendone il senso per farne cultura. |