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I testi che qui vengono proposti affrontano la tematica dei militari italiani prigionieri, durante la Seconda Guerra Mondiale, in diversi modi: raccontando una tragedia a più voci, e sono la maggioranza. Oppure, raccontando di un caso singolo, rappresentativo però, per più versi, di una vicenda convissuta da molti. Numericamente meno numerosi, questi interventi sono di grande interesse per le memorie riportate, per i particolari emergenti, per gli spunti che ne derivano. Si parla in genere di militari italiani fatti prigionieri, anche se uno spazio a sé è lasciato agli IMI, gli Internati Militari Italiani finiti nei campi nazisti, in situazioni quindi particolarmente difficili, trattandosi di ex alleati che considerano ormai gli italiani dei traditori. Che trattano i prigionieri con evidente disprezzo. Le parole IMI e ANRP, Associazione nazionale Reduci dalla Prigionia, sono tra quelle indicate a ragione, come parole chiave, dal presidente Enzo Orlanducci, che già da anni si era occupato, come segretario generale, dell’associazione, promuovendo ricerche e studi, comunicando in più modi le dolorose vicende intercorse, facendo sì che oggi la consapevolezza in merito sia più diffusa, la storia di questi sfortunati militari italiani, più nota. Che, sia pure in ritardo e tra molte difficoltà, le istituzioni stesse se ne siano, sia pure con parsimonia, fatte carico, laddove al ritorno dei reduci dai campi avevano semmai mostrato chiusura e diffidenza. |