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Il contributo discute alcune questioni legate, in modo più o meno tangenziale, a La llegenda del llibreter assassí de Barcelona: dopo aver sottoposto il libro di Ramon Miquel i Planas alle domande, di metodo e di merito, presenti in un affine e più recente “giallo filologico” (il saggio di Alberto Varvaro sulla vicenda della baronessa di Carini), e dopo essersi interrogato circa il filone paraletterario delle cosiddette “Cause celebri” e circa una declinazione naturalista e straniante della letteratura processuale (il dittico di Galdós Realidad-Incógnita), il discorso si sposta su di un aspetto più prettamente storico-culturale e tematico quale l’intreccio fra bibliomania e cleptomania (soprattutto in Flaubert). L’articolo si conclude con una rapida ricognizione dei plagi letterari realizzati da Nodier, il presunto colpevole del falso da cui si diparte tutta la genealogia indagata da Miquel i Planas: un colpevole che, proprio mentre si macchia di molteplici crimini letterari, dedica loro un sofisticato trattato giurisprudenziale, in cui sistematizza e stigmatizza quegli stessi crimini This essay seeks to investigate tangentially some questions regarding La llegenda del llibreter assassí de Barcelona: after having analyzed the approaches, methods and strategies –that Alberto Varvaro has thoroughly examined in the essay on Baroness di Carini’s story–, and the literary quality achieved by Ramon Miquel i Planas in his work; and after having probed the paraliterary line of the so-called “famous trials” –mostly focusing on the naturalistic estrangement effect produced by literature works related to legal cases (e.g. the conventional diptych in Galdós’s Realidad-Incógnita)–, the centre of attention shifts on the cultural, historical aspects of the bizarre relationship between kleptomania and bibliomania (especially in Flaubert). The article concludes with a swift overview of literary plagiarisms committed by Nodier, the presumed culprit of the forgery, from which the genealogy investigated by Miquel i Planas builds up: a culprit that, while committing several literary crimes, decides to write a jurisprudential treaty in order to systematize and sentence them. |