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Nel suo recente lavoro critico lo studioso Antonio Catalfamo proponeuna nuova interpretazione del rapporto che lega Dante e Cavalcanti. L’indirizzo critico più comune, sulla scorta dell’autorevole giudizio di Contini, tende a studiare tale rapporto in funzione di una maggiore comprensione dell’opera dantesca. Secondo questa impostazione Cavalcanti è trattato, di fatto, come un autore minore, le cui posizioni filosofiche e poetiche acquistano importanza solo nella misura in cui sono affrontate direttamente da Dante con l’intento di contraddirle e superarle.L’autore di questo saggio, al contrario, si prefigge il compito di rivalutare la statura intellettuale e letteraria di Cavalcanti, attribuendogliun ruolo fondamentale non solo all’interno della cultura della seconda metà del XIII secolo ma in tutta la successiva storia culturale italiana. |