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Questo saggio mira a mettere in evidenza come Dino Terra recupera, nei primi romanzi pubblicati tra il 1929 e il 1938, alcuni aspetti dell’opera di Lucien Lévy-Bruhl. Preso in prestito da Les faux-monnayeurs di André Gide, il demone di Ioni — Qualche tempo di due umani e d’un demone (1929) svolge la funzione di narratore onnisciente. Questa figura, che conosce impensate metamorfosi passando nel romanzo successivo, Profonda notte (1932), attraverso la visione allucinata del protagonista smarrito nell’Artico, riacquista una fisionomia quasi tradizionale in Fuori tempo (1938). In questo romanzo, il protagonista sottostà all’insegnamento dello scienziato e mago, il prof. Leo Vario, che, assorto nel tentativo di «torcere il tempo», non esita a intrattenersi con la figura imponente di un moderno Diavolo vestito con la massima eleganza. Interprete, in un primo momento, dell’inconscio del personaggio, la figura del demone, poi diavolo, diviene personificazione di tale inconscio, in un universo che materializza quanto Lévy-Bruhl ha analizzato come legge di partecipazione. |