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L’emergenza legata al coronavirus ha comportato un ampio ridisegno delle modalità di lavoro, obbligando ad avvalersi in modo più intensivo ed estensivo delle tecnologie digitali. Lo smart working, emerge come occasione per il ripensamento di mentalità e modalità organizzative, aprendo enti, aziende e lavoratori a nuove possibilità di armonizzare esigenze di flessibilità e autonomia, di produttività e sostenibilità. Ciò presuppone prospettive di pensiero e modelli organizzativi, preludio di un rinnovamento che, non può affidarsi a logiche emergenziali. Piuttosto, tale renaissance richiede il convergere di due profili: l’uno, rivolto al presente, di analisi del fenomeno; l’altro, rivolto al futuro, riguardante la vision sugli scenari di sviluppo. Entrambi vanno coltivati nella consapevolezza di potenzialità, limiti e criticità del lavoro “agile”. Così inteso, questo contesto di riflessione risulta luogo ideale di indagine per la conciliazione di lavoro, vita familiare e comunità sociale, nonché per comprendere l’impatto di tecnologie e modelli organizzativi sulla vita comunitaria, tutti fattori decisivi sul welfare delle contemporanee società complesse. Conciliazione e armonizzazione si rivelano dunque parole chiave dell’analisi qui condotta, che in chiusura trarrà spunti di pensiero da modelli e metodologie tipici degli approcci di conflict resolution e conflict transformation. |