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La questione della costruzione geometrica basata su curve policentriche, ovvero un ovale, che caratterizza la serie di disegni planimetrici della chiesa del San Carlino a Roma è stata ampiamente dibattuta in vari studi, anche molto approfonditi.Borromini, nella serie di disegni, schizzi di progetto, disegni “esecutivi” e disegni successivi alla realizzazione, riporta nella pianta della chiesa, la costruzione geometrica dell’ovale, come struttura formale fondamentale dell’impianto planimetrico. Eppure tale forma geometrica non è riferibile direttamente allo spazio della navata della chiesa. Questa è infatti caratterizzata da una pianta centrale “allungata” sull’asse longitudinale, con un perimetro mistilineo con quattro rientranze curvilinee, collocate sugli assi e quattro pareti rettilinee, dove poggiano gli arconi di scarico della volta.Non c’è riferimento a questo livello dell’ovale, che riguarda, invero, il tiburio sovrastante e la volta. Questa è caratterizzata da una superficie geometrica complessa, con una sezione orizzontale policentrica, una verticale sull’asse longitudinale corrispondente ad una semi-circonferenza, e una sull’asse trasversale ad un arco di circonferenza. L’intradosso della volta è segnato da una serie di cassettoni a croci ed ottagoni alternati, disposti su quattro livelli.Borromini, riporta la costruzione dell’ovale, in particolare dell’ovale canonico, derivato dal Serlio, in diversi disegni, tra cui quelli successivi alla realizzazione. Il motivo è essenzialmente pratico e costruttivo. Tale costruzione gli permette, infatti, di suddividere la superficie della volta in tasselli aventi lo stesso sviluppo sui piani orizzontali. Tutti i sedici cassettoni di ogni livello hanno, in questo modo, uno sviluppo orizzontale uguale tra loro; nello sviluppo verticale si riducono dal livello inferiore a quello superiore, secondo una progressione lineare, anch’essa documentata nei disegni di progetto.Il quesito fondamentale per comprendere il progetto di Borromini per il San Carlino è dunque questo: la pianta è effettivamente impostata su un ovale canonico? O è invero una sorta di “traduzione geometrica post-operam”, operata da Borromini per evidenziare le sue intenzioni progettuali, in parte modificate dalla realizzazione.Per risolvere questo dilemma, è necessario effettuare un confronto puntuale tra i disegni di progetto e quelli di rilievo, definendo, innanzitutto, la sezione orizzontale corrispondente alla costruzione dell’ovale: la sezione orizzontale del tiburio, quella relativa all’imposta della cupola, e ai quattro livelli dei cassettoni, il lanternino.Ognuno di questi elementi, dovrebbe seguire teoricamente nell’impostazione planimetrica la medesima costruzione geometrica, basata sull’ovale, in cui gli assi rimangono allineati e centrati, variando solo la loro dimensione.A questo scopo un rilievo integrato è stato realizzato, tra il 2011 e il 2013, utilizzando le metodologie di rilevamento diretto e tradizionale, correlate con quelle indirette, topografiche, fotogrammetriche e a scansione laser, ottenendo un modello 3D di rilievo molto accurato.Questo lavoro intende presentare nuove considerazioni sull’argomento specifico dell’ovale, sulla base delle analisi geometriche e formali eseguite sul rilievo 3D, confrontando le sezioni orizzontali di rilievo e i disegni planimetrici di progetto del Borromini, sovrapponendo a questi le relative ipotesi di costruzione geometrica.Una ulteriore analisi metrica sulle proporzioni e le misure dei disegni di progetto, riportate puntualmente da Borromini in palmi romani, confrontate con le misure corrispondenti nel rilievo, permetterà di comprendere il metodo progettuale del Borromini, basati su semplici proporzioni lineari e geometriche. |