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L’articolo tratta delle strutture economiche, politiche e sociali dell’area tra Ravenna e Comacchio a partire dallo sfruttamento delle aree umide costiere, in primo luogo per la coltivazione e distribuzione del sale (non solo a livello locale ma anche verso l’area interna del regno italico). Viene ricostruito il ruolo degli arcivescovi, eredi principali, ma non esclusivi, del complesso di beni e diritti di pertinenza dell’antico Esarcato, nonché principali attori della ridistribuzione di tali risorse, affiancati dai soggetti laici ed ecclesiastici più eminenti sulla scena ravennate. Ampio spazio viene dato al peso politico ed economico dei beni fiscali, largamente presenti nell’area, che conservarono una persistente etichetta pubblica e restarono costantemente al centro della competizione politica passando frequentemente di mano. |