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Incontro Diego Maestri in un freddo pomeriggio invernale. Contrariamente al solito mi riceve nel suo studio, una sorta di Wunderkammer…, una stanza stipata fino in cima di libri e faldoni. Le meraviglie sono nascoste lì dentro. Quadri appoggiati alle librerie, un tavolo da disegno in orizzontale, sul quale sono collocati altri libri e un rotolo di una meravigliosa carta cinese. Il tavolo da disegno: la maggior parte di noi lo ha regalato, o lo tiene in cantina, in attesa chissà di cosa. In questa stanza, non particolarmente grande, il tavolo è lì, perché viene usato. Iniziamo la nostra conversazione sul disegno. Quello, in senso stretto, non professionale, non architettonico e non didattico. Quello che ogni architetto fa per propria soddisfazione. Ci ho messo un po’ a convincerlo a rilasciare questa intervista, ma alla fine ci sono riuscita. Chi conosce bene Diego Maestri sa che è una persona schiva, discreta, che non ama parlare di sé e mostrare i suoi lavori, ma ho insistito, perché sapevo che da questa conversazione sarebbero emersi tanti aspetti del disegno, e di una particolare dimensione del disegno, che credo sia importante trasmettere ai nostri giovani. Primo fra tutti l’importanza di acquisire la capacità di vedere, di andare oltre il primo sguardo istintivo, prendersi tempo per comprendere, cogliere le peculiarità e le differenze tra i luoghi, le cose, le persone. Capacità che si affinano con la pratica continua del disegno, che è strumento di conoscenza e ci aiuta a fermare le sensazioni, le impressioni, indipendentemente dagli strumenti a disposizione. È stato molto difficile selezionare quali lavori mostrare tra gli oltre 1000 che ho visto. I disegni, come Maestri stesso dirà all’inizio di questa conversazione, sono personali, e per questo lo ringrazio per aver condiviso immagini che parlano di momenti importanti della sua vita e rivelano i sentimenti che li hanno mossi. Da essi emerge come l’affinare il senso della vista possa amplificare la nostra percezione nei confronti di tutti gli aspetti del reale.DOI: https://doi.org/10.20365/disegnarecon.21.2018.dw |