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Il presente contributo si propone di indagare le funzioni dei paradigmi veterotestamentari nell’architettura del Natalicium 8 (= carm., 26 Hartel) di Paolino di Nola, un carme di 429 esametri composto in occasione della festa di san Felice del 14 gennaio del 402 d.C. Spesso paragonato a un sermone in versi, questo Natalicium offre un peculiare esempio di declinazione poetico-pastorale del concetto di ‘comunicazione verticale’ indagato da Michel Banniard, consentendo di ipotizzare che esso non fosse destinato a una selezionata corona audientium, ma al pubblico più largo dei fedeli. La comune centralità degli exempla biblici suggerisce inoltre un paragone con il coevo progetto di rinnovamento architettonico del complesso cultuale di Nola-Cimitile, e in particolare con il progetto di ‘pastorale iconografica’ che trova espressione nelle pitture veterotestamentarie descritte nel Natalicium dell’anno successivo. This paper investigates the role of Old Testament paradigms in Paulinus of Nola’s Natalicium 8 (= carm., 26 Hartel), a poem of 429 hexameters composed for the feast of saint Felix on January 14th, 402 AD. Often compared to a versified sermon, this Natalicium provides a peculiar poetic-pastoral declension of Michel Banniard’s concept of ‘vertical communication’, thus suggesting that it was not destined to a selected corona audientium, but rather to the wider audience of the faithful. The common focus on biblical exempla invites to a comparison with the contemporary program of architectural renovation of the cultic complex of Nola-Cimitile, and in particular with the Old Testament frescoes of the basilica nova, whose iconographic and pastoral project is described by Paulinus in the Natalicium of the following year. |
