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Il mos mercatorum costituisce un paradigma della dialettica fra prassi, norma e dottrina: la prassi ispira la norma tipica del diritto dei mercanti, gli statuti corporativi, e viene poi da essa modellata e regolata; la dottrina riconduce entrambe nell’alveo del diritto giustinianeo, utilizzando l’ampia categoria dell’aequitas nella sua funzione di strumento di deroga allo ius civile. La sede di azione dell’aequitas è il momento processuale: esso deve essere indagato attraverso le fonti del diritto dei mercanti, le riflessioni e definizioni della dottrina, le applicazioni nella prassi giudiziaria, che determinano nel tempo la formazione di una giurisprudenza mercantile. La relazione si concentra sulla ricognizione di serie processuali fra XIV e XV secolo, allo scopo di verificare il funzionamento dell’applicazione del principio di aequitas nella concretezza della prassi giudiziaria. The mos mercatorum may be considered a most significant instance of the relationship between practice, written law and legal science: merchants’ custom inspires their typical written law, the statutes, which in turn give it shape; the legal science strives to put both custom and statute in the frame of Roman law, mostly using the category of aequitas in order to justify exceptions to ius civile. Trial is the moment in which the reference to aequitas principally takes place, therefore it must be followed in the sources of merchants’ law, in the considerations and definitions of legal science, in the application of judicial practice, all of which create in time a commercial jurisprudence. This paper is focused on a recognition of judicial records in the second half of the XIVth century, in order to understand the actual effectiveness of the reference to aequitas in judicial practice. |