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Sono passati quasi tre anni da quando Paolo ci ha lasciati. Era l'inizio dell'estate del 2018. Sapevamo della sua malattia e della tenacia e determinazione con le quali l'aveva affrontata. Sapevamo della lotta che stava conducendo e del "percorso a ostacoli" che stava attraversando, ma la notizia della sua scomparsa ci ha colti ugualmente impreparati, incapaci di credere che non lo avremmo più avuto al fianco nelle nostre vite. Perché Paolo oltre ad essere il collega preparato con il quale era piacevole e stimolante discutere su ogni aspetto della disciplina, era anche l'Amico sincero, sempre pronto ad ascoltare e a incoraggiare. Il vuoto che ci ha lasciato è incolmabile, ma leggere e rileggere i suoi scritti ci ha aiutato in questi anni a rendere il distacco meno doloroso, a continuare a dialogare con lui in una forma nuova, inaspettatamente ricca di emozioni e significati, appagante. È difficile descrivere l'emozione che ci ha colti nel leggere insieme per la prima volta le pagine inedite di Paolo, che la moglie Sandra ci ha donato affinché le componessimo in un libro. La sua scrittura così nitida ed efficace ci ha riportati indietro nel tempo a quelle discussioni infinite e stimolanti, che ci lasciavano spesso esausti, ma consapevoli di aver arricchito il nostro bagaglio culturale e umano. Non è nostra intenzione ricordare in queste righe il complesso e multiforme percorso scientifico di Paolo, già oggetto di riflessioni da parte di alcuni di noi, ma evocare la forza e l'attualità del suo pensiero. Nella serrata dialettica fra passato e presente, che è la cifra costante dell'opera di Paolo, un aspetto ci piace evidenziare, frutto delle continue riflessioni sulle dinamiche dell'irradiazione fenicia in Occidente: la visione del Mediterraneo come punto d'incontro fra uomini di culture e lingue diverse animati dal desiderio di conoscersi e confrontarsi. Con Paolo condividiamo la certezza che la strada segnata dai naviganti del passato sia l'unica percorribile, perché su quella strada si è innestato "un potente e inarrestabile processo di conoscenza e di crescita"; allo stesso tempo condividiamo le sue apprensioni perché quel percorso si è oggi drammaticamente incrinato. Dare voce al suo pensiero per un mondo condiviso e non lacerato dagli egoismi individuali crediamo sia il modo migliore per ricordarlo. Siamo grati ai molti amici e colleghi che hanno aderito con trasporto a questa iniziativa, consapevoli che le pagine seguenti non possono dare conto di tutte le relazioni professionali e personali intrattenute da Paolo nel corso della sua lunga e intensa carriera; in particolare il nostro riconoscente pensiero va a Mario Torelli per il toccante ricordo che ha voluto dedicare al "suo allievo" Paolo e che apre questo volume. Siamo comunque sicuri che a questi scritti tanti altri se ne aggiungeranno, perché con Paolo vorremo dialogare ancora intensamente e a lungo. |