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Tra anni Sessanta e Settanta, si affacciarono nel discorso sindacale, in quello politico e nella vita delle istituzioni una serie di nuove questioni, che in alcuni casi si sarebbero rivelate dei veri e propri nodi irrisolti. La riforma regionale del 1970 e l’intenso dibattito pubblico che la accompagnò rappresentarono, per tanti versi, uno spartiacque nella storia del nostro paese. In quel frangente, decentramento politico e amministrativo, decentramento sindacale e decentramento produttivo si intrecciarono in un grumo di novità, delineando una vera e propria “sfida” del decentramento. Se una vasta letteratura ci mostra che i concetti intorno ai quali si è più frequentemente organizzata l’analisi sul sindacato italiano degli anni Settanta sono due: “conflittualità” e “partecipazione”, si ritiene qui opportuno aggiungere una terza chiave di lettura, quella rappresentata dal termine “territorio”. Questa esigenza interpretativa si mostra con particolare evidenza nel contesto emiliano-romagnolo, tanto da tratteggiare una peculiarità di questo scenario regionale. |