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Il contributo commenta la pronuncia Cass., sez. I, 7 agosto 2020, n. 16804, che ha sancito l'impossibilità di riconoscere nell'ordinamento italiano un provvedimento di ripudio emanato da una corte religiosa straniera "a causa della violazione dei principi giuridici applicabili nel foro, sotto il duplice profilo dell'ordine pubblico sostanziale (violazione del principio di non discriminazione tra uomo e donna; discriminazione di genere) e dell'ordine pubblico processuale (mancanza di parità difensiva e mancanza di un procedimento effettivo svolto nel contraddittorio reale)". Partendo dalla pronuncia della Suprema Corte, il contribuito offre inoltre una possibile chiave di lettura - nella prospettiva dell'ordinamento italiano - del fenomeno del c.d. arbitrato religioso. |