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Lo studio si propone di offrire una originale ricostruzione dei limiti soggettivi dell’accertamento, attraverso l’analisi della struttura della pregiudizialità sostanziale fra rapporti giuridici. Partendo dalla nozione alloriana della pregiudizialità, come continenza del rapporto pregiudiziale nella fattispecie del rapporto pregiudicato, si propongono due diversi modi di operatività: a)rinvio mobile al rapporto pregiudiziale: tutte le vicende del rapporto pregiudiziale ed in particolare il suo accertamento si riverberano automaticamente sul rapporto pregiudicato; b)rinvio fisso al rapporto pregiudiziale: le vicende del rapporto pregiudiziale, ed in specie il suo accertamento, non si riverberano automaticamente sul rapporto pregiudicato; il rapporto pregiudiziale sarà riesaminabile all’interno del giudizio riguardante il rapporto dipendente. La seconda parte è dedicata all’analisi, di tipo induttivo, dei casi in cui, di fronte ad una pregiudizialità-continenza fra rapporti giuridici, il legislatore talvolta accorda all’accertamento effetti riflessi, talvolta no, al fine di estrapolare il criterio che sta alla base di questa differenza. A conclusione dell’analisi il criterio distintivo fra rinvio fisso e rinvio mobile è individuato nell’utilità dell’accertamento rispetto al titolare del rapporto pregiudiziale. Quando costui sia in grado di ottenere la piena tutela del diritto che la legge gli garantisce solo attraverso la produzione di effetti riflessi sul rapporto dipendente, allora si potrà parlare di rinvio mobile; in tutti i casi in cui questa tutela è garantita a prescindere da effetti ultra partes, allora prevalgono il diritto al contraddittorio e la riesaminabilità del rapporto pregiudiziale nel giudizio sul rapporto pregiudicato. |