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L’articolo discute l’evoluzione urbana di Tossignano (ai nostri giorni frazione di Borgo Tossignano), dal Medioevo ad oggi, in relazione agli affioramenti evaporitici della Vena del Gesso. In significativo parallelo con altre aree urbane ubicate sui gessi romagnoli (Brisighella), Tossignano vide infatti una serie di adattamenti rispetto al substrato selenitico, che andarono dallo scavo di cavità artificiali nell’ammasso roccioso da adibire a vani, cantine, magazzini o annessi, alla sistematica realizzazione di cisterne ove raccogliere l’acqua piovana, vista la non potabilità delle risorse idriche circolanti nei gessi. Il diffuso utilizzo del gesso in blocchi come pietra da costruzione e del gesso cotto come legante nelle murature (materiali dalle caratteristiche geomeccaniche scadenti) ha poi storicamente esposto l’abitato a un rilevante rischio di frana e sismico, qui analizzato in una prospettiva diacronica. Quasi completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, Tossignano è stato ricostruito nel secondo dopoguerra, salvo infine conoscere una rapida marginalizzazione nelle dinamiche locali, giunta sino ad oggi. Un paragrafo è dedicato alla rappresentazione letteraria, artistica e fotografica dell’abitato originario, il cui peculiare paesaggio urbano (attualmente in gran parte scomparso) fu al centro dell’attenzione di diversi autori, in quanto sintesi tra natura e cultura. |