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La Comunità europea nasce nel 1957 come un primo nucleo di paesi destinato a crescere; i trattati di Roma definiscono “aperta” la Comunità e contengono gli elementi necessari, e fortemente innovativi, che permettono l’ampliamento comunitario attraverso un processo di integrazione e non di assimilazione. La piccola Europa del 1957 non si immagina tale, ma in crescita . Guarda alla geografia del continente, attende e si aspetta una crescita continua, per lo meno in quella che molti parlamentari definiscono l’˝Europa libera”. Il primo confine della Comunità è infatti politico, non geografico. Il confine è netto, come non lo è in realtà quello spaziale: la Comunità cerca un ampliamento sempre maggiore, fino a racchiudere in sé tutta l’Europa libera dal giogo comunista, l’Europa occidentale. Anche per quanto riguarda l’Europa occidentale, però, il vincolo è esclusivamente politico: in occasione della prima richiesta di adesione, quella della Gran Bretagna, la Comunità decise regole generali da utilizzare per ogni ampliamento; tra queste è di grande rilevanza la clausola politica, la necessità che lo stato che richiede l’adesione abbia un regime democratico. Se, quindi, lo spazio geografico è ampio e include tutta l’Europa geografica , quello politico ha norme precise e ne riduce fortemente la portata, in un’Europa che soffre i molti regimi autoritari, di qua e di là della cortina di ferro. |