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Nonostante dati poco affidabili, le linee di tendenza suggeriscono che l’apocalisse dietro l’angolo che molti commentatori si aspettavano con l’arrivo della pandemia da COVID-19 in Africa non sembra essere avvenuta. Per una miglior comprensione di tale quadro, oltre a far ricorso a fattori demografici e climatici, è necessario analizzare la situazione politica e sociale specifica nei paesi del continente, dove spesso sono state prese misure relativamente tempestive e riattivate strutture e pratiche già in essere da altre e recenti ondate epidemiche, come quelle di Ebola. Tuttavia, quelle stesse misure hanno anche alimentato vari disordini, testimonianza della resilienza delle storiche fratture sociali ed economiche del continente. In particolare, le misure d’emergenza possono essere viste anche come l’ultimo capitolo di pratiche di ‘securitizzazione’ della politica e dello sviluppo che hanno rafforzato le tendenze autoritarie di molti sistemi politici del continente, in un contesto internazionale in cui, tra l’altro, l’appoggio ai processi di democratizzazione è sostanzialmente svanito sull’altare della stabilità politica per gli investimenti. I migliori risultati sembrano però provenire proprio da quei contesti in cui la politica è stata in grado di adottare misure più inclusive delle priorità locali, mentre i pericoli proveniente dalla scarsa attuazione della campagna vaccinale in Africa suggeriscono che la marginalità del continente nelle strutture economiche mondiali rappresenta, assieme alla questione della democrazia inclusiva, una sfida cruciale a livello globale. |