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Il panorama dell’architettura milanese del Novecento è carico di episodi che seppur dissimili ed eterogenei tra loro contribuiscono in modo preciso alla costruzione di pezzi di città. Le architetture di Giuseppe Terragni, Giovanni Muzio, Mario Asnago e Claudio Vender, Gio Ponti, Luigi Moretti, solo per citare alcuni nomi, costruiscono un dialogo preciso con le preesistenze, nonostante la ricerca di una forma autonoma e assoluta, che a sua volta non dimentica la struttura urbana e quel complesso ordine di relazioni che si è costruito nella storia. Paradigma di quest’assunto sono le due costruzioni milanesi di Luigi Moretti: la casa albergo di Via Corridoni e l’edificio di Corso Italia, che divengono un ideale e naturale riferimento per parlare dell’edificio progettato da Yvonne Farrell and Shelley McNamara per il nuovo ampliamento dell’Università Bocconi. In un contesto urbano che ha visto crescere il campus universitario attraverso gli interventi di Mario Pagano, Giovanni Muzio e Ignazio Gardella, le Grafton architects sembrano voltare lo sguardo verso le opere dell’architetto romano Luigi Moretti, che proprio a Milano ha applicato alla costruzione quei concetti teorici espressi attraverso le pagine della rivista “Spazio”. |