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Il saggio mette in scena un dialogo a distanza tra W.E.B. Du Bois e Frantz Fanon. La riflessione e la militanza politica di entrambi si distendono sullo sfondo di esperienze – la schiavitù, il colonialismo – caratterizzate da processi di produzione di soggettività che si definiscono come “anomali” nei confronti di quelli che la modernità ha posto come i propri “standard”. Du Bois e Fanon, seguendo percorsi diversi quanto a collocazione “geografica”, formazione culturale ed esperienza biografica, hanno dato un contributo essenziale al complessivo ripensamento della modernità a partire da quelle esperienze, di cui hanno negato ogni carattere marginale o “eccezionale”. E hanno saldamente impiantato la loro ricerca di una prospettiva di liberazione nella materialità dei movimenti e delle lotte di quei soggetti la cui posizione “anomala”, negli Stati Uniti della segregazione razziale come nelle insorgenze anti-coloniali, resisteva a ogni lineare comprensione all’interno degli schemi concettuali del pensiero democratico (la cittadinanza) o socialista (la classe operaia). |