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La pandemia di Covid-19 ha gettato anche il mondo del teatro e, più in generale, quello della cultura e dell’arte, in una trappola di divieti e impossibilità, di sfide inimmaginabili in uno scenario drammatico. Ci ha ingabbiato, allo stesso tempo, in dibattiti, spesso con approcci simili a degli aut-aut, su teatro in streaming sì o no, che rischiano di allontanarci da una riflessione costruttiva sulle modalità di sperimentazione di nuovi linguaggi nelle arti sceniche. Così sostiene Giancarlo Cauteruccio, in una recente intervista: “L’uso dello streaming e delle produzioni video risponde ormai ad una esigenza diffusa nella performing art e nell’arte in generale, obbligata da una pandemia, vero e proprio evento epocale, che ci fa riconsiderare le modalità dell’offerta culturale e che induce grandi ripensamenti sul futuro e sul nostro modo di essere al mondo.” Nasce da queste premesse e da queste riflessioni la proposta sperimentale di Claudio Milani e della Compagnia MOMOM: costruire uno speciale Calendario dell’Avvento, intitolato “La Conta di Natale 2020”, appositamente pensato per gli spettatori dai 3 agli 8 anni di età. Ogni giorno, dal 1° al 24 dicembre, le finestrelle del loro Calendario dell’Avvento sono state aperte insieme a pupazzi, disegni e marchingegni quasi magici, per portare sullo schermo tutte le volte una nuova scoperta, un gioco o un’avventura da vivere insieme a grandi e piccoli di casa, da rivedere il giorno dopo in classe, provando a ripetere i trucchi e le piccole azioni teatrali proposte. Le finestrelle sono state in realtà 24 brevi video di cinque minuti l’uno, trasmessi ogni giorno puntualmente sulla piattaforma di Ater www.teatrinellarete.it La Conta di Claudio Milani è stato un esperimento capace di creare un rito, un’attesa, in un tempo di Avvento caratterizzato da profonde incertezze. Da marzo 2020 la chiusura repentina dei nidi e delle scuole dell’infanzia, così come delle scuole primarie, ha bruscamente interrotto i percorsi educativi dei bambini e delle bambine, ma non il loro bisogno di relazioni. Poi lo spaesamento delle riaperture, private di quell’incontro di mondi che il teatro rende possibile, ha fatto emergere la necessità di trovare strumenti idonei, nuovi canali di comunicazione con le famiglie e i bambini, mettendosi in gioco e sperimentando nuove potenzialità di costruzione di legami, interazioni e apprendimenti, anche attraverso il digitale. La situazione dovuta all’emergenza della pandemia ha in qualche modo costretto a fare i conti con i dispositivi digitali. Abbiamo bisogno di affermare approcci in cui la dimensione educativa basata sui dispositivi tradizionali non sia antagonista a quella digitale-innovativa, una dimensione che sia capace di sviluppare modi diversi di confrontarsi con storie, parole, significati, una dimensione che possa costruirsi sulla base di nuove alleanze tra scuola, famiglie e territorio durante e dopo il lockdown. Il teatro, da sempre multimediale, e il digitale, fortemente caratterizzato da potenzialità creative, interattive e multimodali, si possono incontrare generando potenzialità ancora poco esplorate per l'infanzia. |