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In La formación de intérpretes y los laberintos propedéuticos, ci si interroga sulla complessità della formazione dell’interprete nella sua dimensione psicobiologica e neurocerebrale. Partendo da queste considerazioni, María Isabel Fernández García stabilisce un parallelismo tra la formazione dell’interprete e quella dell’attore, avvalendosi degli insegnamenti dei maestri del teatro del Ventesimo secolo. L’articolo è completato dalle testimonianze di due studentesse che hanno partecipatoattivamente ai laboratori di teatro in lingua spagnola, Sonia Stefanini e Yvonne Grimaldi. Queste ultime descrivono le fasi creative che hanno portato alla realizzazione di due spettacoli, Jaque e ¡Oh, vida!, il primo nato a partire dalla teoria dell’enunciazione, il secondo dal concetto dianalogia. Una prima versione di questo articolo è stata pubblicata nel 2000 all’interno del volume Interpretar traducir textos de la(s) cultura(s) hispánica(s), a cura di Alessandra Melloni, Rafael Lozano, Pilar Capanaga (Bologna: CLUEB, pp. 445-483). |