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Il presente lavoro ha come oggetto l’analisi critica della vigente legislazione nazionale in materia di tutela ambientale dal punto di vista della metodologia di calcolo delle classificazioni. L‘analisi critica ha preso spunto dall’esperienza acquisita nel corso di vari casi studio, esperienza che ha mostrato una comune carenza della normativa in termini concettuali ed operativi, tra cui i limiti dell’attuale sistema tabellare. Le due carenze principali sono risultate essere le seguenti: - Il dato numerico che materializza la classificazione prevista dalla normativa, sia esso il valore tabellare o il dato da confrontarvi, non è definito con riferimento ad un dominio spazio-temporale (“supporto”). Tale condizione è necessaria ai fini di un processo di selezione. In effetti, variabili con supporto diverso hanno proprietà diverse, non possono essere né confuse, né confrontate. Nella normativa vigente i supporti di selezione non sono generalmente definiti. Se fissati, lo sono indirettamente dalla modalità di raccolta dei campioni e dalla modalità di elaborazione dei dati. - I valori su cui si operano le scelte sono stimati, quindi differenti dai valori veri, non noti. Ne consegue l’incertezza della classificazione e della selezione che rende inevitabile il ricorso ad una logica probabilistica. Occorre quindi definire il significato del valore tabellare e quantificare l’incertezza dei valori stimati da confrontarvi. Non riconoscere a monte la natura incerta del problema di classificazione-selezione, impedisce di formulare indicazioni corrette sulle modalità di campionatura, elaborazione dei dati e di valutazione dei risultati. Gli esempi riportati fanno riferimento al DL n. 152/1999 [1], DM n.471/99 [2], DPCM 8/7/2003 [3]. |
