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L'articolo si propone di analizzare in chiave sistematica le recenti disposizioni legislative che hanno interessato il capitale della Banca d'Italia. Il legislatore ha autorizzato la Banca ad aggiornare il valore del proprio capitale attraverso una nuova emissione di quote nominative e ha confermato la legittimazione a detenere tali quote da parte degli attuali partecipanti, persone giuridiche private. Prendendo le mosse dal dato positivo e dai documenti preparatori elaborati dalla stessa Banca Centrale, l'esame si concentra sulla corretta qualificazione da attribuire all'espressione "quota di partecipazione", nonché sulla qualificazione giuridica del rapporto sotteso alla partecipazione dei privati al capitale della Banca d'Italia. In assenza di un quadro giuridico esaustivo e in virtù del principio di atipicità degli enti pubblici, lo sforzo ricostruttivo procede attraverso il ricorso in via analogica a tre ordini di elementi. In primo luogo, sono richiamati istituti di diritto privato presenti nell'ordinamento, quali le azioni come disciplinate dal codice civile. In secondo luogo, l'analisi si rivolge alla disciplina della Cassa Depositi e Prestiti, unicum nel panorama ordinamentale che presenta rilevanti profili di affinità con la disciplina riservata alla Banca d'Italia. In terzo e ultimo luogo, l'indagine è estesa alla disciplina delle banche centrali previste in altri ordinamenti, prima fra tutte la "Federal Reserve" statunitense. |