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Temporanei permanenti sono coloro che si trovano nella condizione di vivere le contraddizioni del sistema di accoglienza. I migranti, che intraprendono un viaggio spesso obbligato e, allo stesso tempo, proibito. Una migrazione che è una fuga – da conflitti, cambiamenti climatici, povertà – e al contempo un respingimento. Una temporaneità definita dalle leggi e dai regolamenti che di fatto diventa attesa permanente, lunghe burocrazie e complessità nel costruire un progetto esistenziale in un nuovo contesto di vita. Ma sono anche gli operatori, che dentro al sistema si muovono alla ricerca di un difficile equilibrio tra pratiche di cura e politiche respingenti, tra cambiamenti normativi e strategie operative per accompagnare e supportare con professionalità i beneficiari verso una autonomia lavorativa, abitativa e relazionale. Nella relazione tra operatori e migranti si manifesta il tentativo di restituire dignità e umanità ad un incontro tra vissuti e culture che oggi sempre più richiede di essere tutelato e incoraggiato. Il presente volume, attraverso uno studio multidisciplinare e un’indagine qualitativa condotta in un servizio SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) ora SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del territorio bolognese, affronta una riflessione pedagogica sulle dinamiche che caratterizzano le pratiche di accoglienza. In particolare, l’analisi si concentra sul ruolo e le competenze che definiscono il mandato e l’epistemologia – istituzionale, sociale e professionale – dell’operatore dell’accoglienza. |