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Tra le varie tipologie di materiali vetrosi, quella delle tessere dei mosaici presenta peculiarità di varia natura: dalle numerosissime varietà cromatiche alle tecniche per ottenerne l’opacità, dalla complessa composizione chimica alla carenza di informazioni sulle tecniche produttive di questa speciale categoria di vetri nell’antichità. Da ciò l’esigenza di ricercare e proporre metodi di studio e di classificazione adeguati per ottenere dalle indagini scientifiche di questi materiali le informazioni utili ai fini archeometrici. Nel corso degli anni sono stati raccolti dati relativi a qualche centinaio di tessere musive di diverse epoche (dal I-II secolo a.C. al XVI secolo d.C.) da area mediterranea e la questione della produzione di vetri per mosaico è stata affrontata secondo diversi punti di vista: da un lato, quando necessario, si sono messi a punto criteri per il riconoscimento di materiali non appartenenti alla produzione originale, dall’altro si è affrontata la questione archeometrica della provenienza delle tessere, delle materie prime con cui queste sono state prodotte, elaborando sistemi di classificazione basati sul trattamento dei dati di composizione chimica. Semplici elaborazioni statistiche hanno consentito di confrontare materiali musivi di diversa provenienza o cronologia al fine di studiare la evoluzione delle tecniche di produzione di tali materiali e, dal confronto tra materiali musivi e materiali vetrosi destinati ad altri impieghi, è emerso che il vetro per mosaico ha sempre seguito le evoluzioni tecnologiche del proprio tempo, e non solo quelle della tecnologia vetraria, ma anche della industria metallurgica e della produzione di pigmenti. In questo lavoro, attraverso l’esame di casi di studio, si vuole presentare un quadro dello stato dell’arte degli studi dei materiali vetrosi per mosaico che, anche dal punto di vista del restauro, si pongono come una categoria particolare di grande interesse. |