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George Pekinsh Marsh è considerato un “profeta” dell’ambientalismo contemporaneo , in quanto nella seconda metà dell’Ottocento ha concettualizzato in modo sistematico gli effetti dell’intervento umano sull’ambiente naturale. Nato negli Stati Uniti orientali nel 1801, ha vissuto a lungo in Italia, nei primi decenni dopo l’Unità e proprio durante il suo soggiorno a Torino, a Firenze e a Roma, ha scritto il libro che condensa le sue acquisizioni più originali, sull’impatto delle attività umane rispetto all’ambiente naturale, L’uomo e la natura. Ossia la superficie terrestre modificata per opera dell’uomo . La figura di Marsh riveste interesse anche per la sua biografia e per le sue intersezioni culturali e disciplinari: infatti, come è stato evidenziato, i confronti fra l’ambiente del nuovo mondo- specialmente quello del Vermont da cui proveniva- e le condizioni dell’Europa e del Mediterraneo dove si è trovato a vivere, hanno stimolato in lui la ricerca e il coordinamento delle acquisizioni scientifiche sul degrado dell’ambiente e sugli effetti dell’antropizzazione del territorio, che stavano emergendo nel suo tempo . Marsh sarà influenzato ed influenzerà la cultura italiana della seconda metà dell’Ottocento, specialmente nel campo della scienza idraulica e delle nascenti scienze forestali. L’attenzione a questo autore ci permette quindi di gettare uno sguardo sulla consapevolezza del degrado dell’ambiente, presente anche in Italia in questo periodo, e sulla percezione della necessità di conservazione delle risorse a questa conseguente. |