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La lapide in marmo reca al di sopra dello specchio epigrafico una scultura a rilievo in bronzo raffigurante il Cristo, realizzata dall’artista Leonardo Bistolfi. Nello stesso giorno della morte di Brigida – detta «Gida» – Rossi, il podestà di Bologna scriveva una lettera di condoglianze alla sorella della defunta in cui ne ricordava le virtù. Il giorno dopo su «Il Resto del Carlino» compariva un lungo necrologio di Dino Zanetti che ne decantava la lunga attività intellettuale, sociale e didattica, apprezzata in città, tanto che il Comune di Bologna sostenne subito le spese del funerale. Qualche mese dopo la Consulta municipale di Bologna riferiva della morte della prof.ssa Gida Rossi «insegnante per oltre 40 anni, medaglia d’oro del Ministero dell’Educazione Nazionale, nobile figura di educatrice, scrittrice, patriota, benefattrice, che Bologna circondava di grande affetto e di unanime estimazione», acconsentendo alle spese per l’acquisto di un loculo, la traslazione della salma, la tumulazione, la collocazione di una lapide con epigrafe e rivestimento marmoreo della parete, come richiesto da un imprecisato gruppo di personalità, probabilmente il Comitato femminile pro-invalidi di guerra, che ringraziò il Podestà per questo tributo alla loro Presidente Gida Rossi. |