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Obiettivi: Gli scopi della presente ricerca sono: 1) la valutazione psicologica e psicosomatica di pazienti con sincope vasovagale (VVS) e inspiegata (US), alla baseline e ad un follow-up di 4.5 anni; 2) la valutazione di eventuali aspetti psicologici moderatori della ricorrenza della sincope. Metodi: 88 pazienti (52.3% donne; età 51.9±20.0 anni) con sospetta sincope vasovagale, sottoposti al tilt-test, sono stati valutati attraverso una scheda anamnestico-clinica e strumenti psicologici sia auto che etero-valutativi (Symptom Questionnaire, Psychosocial Index, Fear Questionnaire, Illness Attitudes Scale, interviste basate sui criteri DSM e DCPR). Risultati e conclusioni: Il 90.9% del campione alla baseline e l’86.8% al follow-up presenta almeno una diagnosi DSM o una sindrome DCPR, evidenziando al follow-up una maggior frequenza di distimia tra i pazienti US. Mentre alla baseline i pazienti US auto-riferiscono maggior distress psicologico, al follow-up mostrano un maggior livello di depressione (SQ) e di esperienze di trattamento (IAS). Solamente nei pazienti con VVS, tuttavia, lo stress (PSI) e la depressione (SQ) iniziali influiscono significativamente sulla comparsa di recidive. I pazienti con sincope presentano un’elevata comorbilità psichiatrica e psicosomatica. Coloro che presentano US mostrano un profilo psicologico subclinico peggiore rispetto ai VVS; tuttavia, solamente in questi ultimi stress e depressione predicono una maggiore probabilità di incorrere in recidive sincopali. È quindi auspicabile una maggiore attenzione ai correlati psicologici della sincope, utilizzando parametri clinici e sub-clinici, allo scopo di valutarne l’eventuale influenza sul decorso degli episodi sincopali. |