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La vocazione riflessiva e critica dell’antropologo, capace sia di mediare e generare conoscenze che di azioni trasformative nei diversi ambiti di gestione del patrimonio, induce ad immaginare (e a enucleare) nuove prassi, modalità, ruoli, e strumenti di intervento: cosa significa essere antropologi applicati, antropologi in action o engaged, nell’ambito del patrimonio? Quali riserve concettuali, metodologiche, esperienziali ha la comunità scientifica DEA? Il tema non solo è marcatamente interdisciplinare e fortemente segnato da pluralità di punti di vista ma è anche utile a riflettere su una modalità del fare antropologia diversa da quella prettamente conoscitiva e basata sulla ricerca di campo. Dagli interventi e dai saggi pubblicati emerge un modo plurale di intendere e di agire l’antropologia attraverso il patrimonio. Ma emerge al contempo anche un forte disagio dai più richiamato: quello della postura dell’etnografo impegnato sul campo. |
