La 'connoisseurship' della scultura rinascimentale: esperienze e considerazioni di un 'romanista' mancato

Autor: Caglioti F.
Přispěvatelé: S. Albl, A. Aggujaro, Caglioti, F.
Jazyk: italština
Rok vydání: 2016
Předmět:
Popis: DA COMPLETARE A reflection on the profession of connoisseur applied to early Renaissance Roman sculpture provides the impetus to publish new discoveries in this area, grouped into two distinct parts. The first is dedicated to the sepulchre of Saint Catherine of Siena formerly in Santa Maria sopra Minerva in Rome, a work of the early 1460s, which was commissioned by Cardinal Angelo Capranica and made by at least three anonymous sculptors of Tuscan culture, gathered together for the occasion: the “Master of Pius II”, author of the sarcophagus and perhaps of the “gisante”; an imitator of Donatello, responsible for the coronation lunette with the representation of the Sienese virgin crowned three times by the Madonna and the Redeemer (only the privately owned “Madonna” remains); and a follower of Isaiah of Pisa recognizable in three standing figures of Saints Catherine, Dominic and Michael the Archangel, scattered today between Palazzo Odescalchi al Corso, a private collection and the church of Sant’Antonino Martire at Pofi (Frosinone). The second part of the essay traces the important rediscovery by the author, starting from scant evidence, of Matteo Pellizzone from Milan (a.k.a. Matteo Lombardo), a successful sculptor between Rome and Naples during the first quarter of the sixteenth century, and author of the tomb of Pope Innocent IV Fieschi in the Cathedral of Naples and of the kneeling figure of Cardinal Oliviero Carafa in the “Succorpo” (crypt) of the same cathedral. In particular, published here is a “Saint Catherine of Alexandria” by him in the Castle of Santa Caterina in Póllena Trocchia (Naples), a twin of the central figure of the altarpiece in the chapel of Jorge da Costa, “Cardinal of Portugal”, in Santa Maria del Popolo in Rome. In the introductory part of the essay, the opportunity is also taken to restore the Eucharistic tabernacle of the Roman church of Santi Quattro Coronati to an illustrious and unsuspected provenance from the basilica of St. Peter in the Vatican, for which it was commissioned by Pope Innocent VIII as part of the work on the Chapel of the Santa Lancia, continued after his death by Cardinal Lorenzo de’ Mari Cybo. Una riflessione sul mestiere di conoscitore applicato alla scultura romana del primo Rinascimento fornisce il destro per la pubblicazione di nuove scoperte in quest’ambito, raggruppate in due parti distinte. La prima è dedicata all’arca di santa Caterina da Siena già in Santa Maria sopra Minerva a Roma, opera dei primi anni sessanta del Quattrocento, che fu commissionata dal cardinale Angelo Capranica e realizzata da almeno tre scultori anonimi di cultura toscana, riunitisi insieme per l’occasione: il “Maestro di Pio II”, autore del sarcofago e forse della “gisante”; un imitatore di Donatello, responsabile della lunetta di coronamento con la rappresentazione della vergine senese incoronata per tre volte dalla Madonna e dal Redentore (ne rimane solo la “Madonna”, di proprietà privata); e un seguace di Isaia da Pisa riconoscibile in tre figure stanti dei santi Caterina, Domenico e Michele Arcangelo, sparse oggi tra Palazzo Odescalchi al Corso, una collezione privata e la chiesa di Sant’Antonino Martire a Pofi (Frosinone). La seconda parte del saggio ripercorre invece la cospicua riscoperta da parte dell’autore, muovendo da evidenze dapprincipio fievoli, di Matteo Pellizzone da Milano o Matteo Lombardo, scultore di successo tra Roma e Napoli durante il primo quarto del Cinquecento, e autore della tomba di papa Innocenzo IV Fieschi nel Duomo di Napoli e della figura genuflessa del cardinale Oliviero Carafa nel Succorpo della medesima cattedrale. Di lui si pubblica qui in particolare una “Santa Caterina d’Alessandria” nel Castello di Santa Caterina a Póllena Trocchia (Napoli), gemella della figura centrale della pala d’altare nella cappella di Jorge da Costa, “cardinale del Portogallo”, in Santa Maria del Popolo a Roma. Nella parte introduttiva del saggio si offre anche il destro per ricondurre il tabernacolo eucaristico della chiesa romana dei Santi Quattro Coronati a un’illustre e insospettata provenienza dalla basilica di San Pietro in Vaticano, per la quale fu commissionato da papa Innocenzo VIII nell’ambito dei lavori per la Cappella della Santa Lancia, proseguita dopo la sua morte dal cardinale Lorenzo de’ Mari Cybo.
Databáze: OpenAIRE
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