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In base alla tradizionale interpretazione dell’art. 1492 c. c. sono gli stessi vizi a giustificare il ricorso alternativamente ora all’azione di risoluzione ora a quella di riduzione del prezzo e a renderle interdipendenti, così che disattesa la prima, in ragione della inesistenza dei vizi, non è accoglibile la seconda proposta in via subordinata per far valere vizi già dichiarati inesistenti. Lo scritto mira a dimostrare che si tratta di argomentazioni condivisibili solo in quanto ricorrano identiche condizioni di esperibilità e dell’azione di risoluzione e della quanti minoris. La ricorrenza di tali identiche condizioni non è da ritenere presunta, ma necessita di un accertamento che non può limitarsi solo al profilo dell’uguaglianza tra i vizi che giustificano entrambi i rimedi. |