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L'articolo si pone l'interrogativo: la letteratura può resistere,e in quali modi, all'avvento del computer e dell'era digitale? Le risposte stanno nell'esplorazione di forme della produzione letteraria contemporanea che combattono l'associazione tra pubblicità e velocità performativa, tenendo ben fermi due elementi: l'atto di lettura e la funzione della Scuola come azioni e luoghi nei quali far crescere la consuetudine con la lettura, la coscienza del presente e la cultura come pensiero critico che educa all'analisi ed al rispetto. A tal fine l'articolo indaga, ad esempio, l'opera di Raffaele Nigro e la sua idea dell'occidentalismo imperfetto e dell'arte post-rurale come sguardo rivolto alle pluralità e agli incroci ed alla ridefinizione delle periferie del mondo. L'articolo si sofferma poi ad analizzare due romanzi di Nigro, Viaggio a Salamanca e Malvarosa, cogliendo la necessità di lavorare su un narrare eticamente fondato, senza autoreferenzialità e senza ormai impraticabili eteronomie penitenziali. Così in Malvarosa Nigro analizza lo scontro tra modernità atea e mercantile dell'Occidente e mondo islamico che contesta la velocità occidentale del profitto e ad essa contrappone l'idea della povertà dignitosa. Seguono, nell'articolo, altri esempi di prosa contemporanea ( l'opera di Vincenzo Cerami e la sua capacità artigianale di lavorare la parola; il romanzo di Alberto Bevilacqua del 2004, Tu che mi ascolti, "un duetto per voce sola",Giuseppe Cassieri e la sua strada di ritorno, e due poeti, Cristanziano Serricchio e Lino Angiuli, testimoni della forte resistenza di una parola poetica densa e illuminante). |