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Nell’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (2011), delineatosi l’impegno di commemorare figure attive nel panorama del Risorgimento nazionale è rimasto ai margini delle rendicontazioni ufficiali l’importante ruolo assunto nell’Ottocento romantico dalla poetessa abruzzese Giannina Milli (1825-1888), l’abile e colta improvvisatrice di versi, ovunque acclamata artefice di esibizioni poetiche dal vivo modulate su vibranti note patriottico-risorgimentali. Pure muovendo da tale ingeneroso oblio, che si combina con il lacunoso stato degli studi sulla poetessa, restituendo i carteggi editi e inediti della Milli con i corrispondenti Gaetano Brunetti, Giuseppe De Roma, Sigismondo Castromediano, Cesare Braico, Luigi Giuseppe De Simone, Adele Lupo Maggiorelli, Raffaele Rubini, espressioni fulgide e rappresentative del programma politico-culturale intrapreso in Terra d’Otranto negli anni dell’epopea risorgimentale, il saggio mira non soltanto a ricostruire storicamente la natura dei legami intercorsi tra l’abruzzese e gli amici salentini, ma di riflesso a far emergere più precisi tasselli della fisionomia della versatile artigiana della versificazione italiana. Che se da una lato confermano la sua appassionata militanza nel campo delle lettere e dell’ufficio educativo-didattico, dall’altro riservano non poche sorprese per ciò che attiene talune sue posizioni di natura politica, che mal si conciliano con la tradizionale vulgata di una Milli sostenitrice ante litteram della nuova Italia una e sabauda. |