Considerazioni sui livelli di contaminazione da chemioterapici antiblastici in ambito sanitario e strategie di minimizzazione del rischio

Autor: Pieri M, Castiglia L, Silvestre A, Acampora A, SANNOLO, Nicola, MIRAGLIA, Nadia
Přispěvatelé: Pieri, M, Castiglia, L, Silvestre, A, Miraglia, Nadia, Acampora, A, Sannolo, Nicola
Jazyk: italština
Rok vydání: 2012
Předmět:
Popis: Background. Le terapie oncologiche attualmente utilizzate prevedono l’utilizzo di farmaci antineoplastici (FA) con potenziale cancerogeno, mutageno o teratogeno. La gran parte dei FA non mostra selettività nei confronti delle sole cellule tumorali; pertanto, uno dei rischi professionali per i lavoratori preposti alla manipolazione dei farmaci l’insorgenza di tumori primari. Il Monitoraggio Ambientale rappresenta uno strumento imprescindibile per la riduzione del rischio di assorbimento dei chemioterapici antiblastici in ambito lavorativo, consentendo da un lato di delineare in maniera puntuale il livello di contaminazione dei luoghi di lavoro, dall’altro di evidenziare carenze organizzativo/strutturali critiche ai fini dell’abbattimento/riduzione dell’inquinamento. Finalità dello studio. Il presente lavoro illustra i risultati delle campagne di Monitoraggio Ambientale (MA) condotte in ospedali dell’area campana tra il 2004 ed il 2008. Gli analiti presi in considerazione, scelti in base alla loro tossicità intrinseca e alla percentuale di utilizzo nelle terapie, sono: ciclofosfamide, ifosfamide, 5-fluoruracile, doxorubicina ed epirubicina. Metodi. Il MA è stato effettuato mediante procedure analitiche validate in accordo con le linee guida della Food and Drug Administration. I dati relativi ai livelli di contaminazione misurati sono stati elaborati rispetto alle superfici di lavoro campionate, alle quantità di farmaci manipolate e alle pratiche organizzativo/strutturali in atto nel reparto (informazioni ricavate mediante sopralluogo nella struttura e somministrazione di questionari al personale). Risultati: In tutti i reparti oncologici esaminati è stata evidenziata una non aderenza alle indicazioni delle linee guida ISPESL del 1999 e un grado di contaminazione variabile in un ampio intervallo di concentrazione a seconda dell’analita determinato ma in ogni caso 1000 volte superiore rispetto ai valori riportati nella letteratura internazionale (µg/dm2 vs. ng/dm2). Inoltre, sono stati evidenziati livelli di contaminazione diffusi all’interno dei locali di preparazione, in cui il piano di lavoro era il sito maggiormente inquinato. In molte circostanze, infine, gli analiti sono stati rilevati anche nei giorni in cui non erano stati manipolati. Conclusioni. I dati suggeriscono una non adeguatezza delle modalità di lavoro e delle procedure di pulizia delle sale di preparazione dei FA, evidenziando la necessità di procedere con campagne d’informazione/formazione degli addetti alla manipolazione, al fine di renderli pienamente consapevoli dei rischi connessi all’attività lavorativa. Appare, inoltre, di primaria importanza la pianificazione di indagini di monitoraggio su base annuale, volte a verificare l’efficacia delle strategie di risk management attuate.
Databáze: OpenAIRE