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multiculturale e della libertà religiosa nel prisma della comparazione giuridica, avviato in seno alle attività del Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università della Campania “L. Vanvitelli”, anche in collaborazione e con il contributo della Fondazione G. B. Vico. Il multiculturalismo inteso come fenomeno politico e giuridico si presenta oggi come una “esigenza” forte del costituzionalismo contemporaneo. Nel quadro dei diritti fondamentali che lo Stato multiculturale si preoccupa di riconoscere e garantire vi è sicuramente la libertà di religione che costituisce, ai tempi del global age, il vero “termometro” della società multiculturale. I modelli geneticamente multiculturali di USA, Canada e India, considerati anche paesi precursori, hanno rappresentato - grazie anche al contributo della giurisprudenza multiculturale delle Corti Supreme - un “faro” per il costituzionalismo contemporaneo e possono orientare anche la ricerca di soluzioni dei nuovi conflitti tra rule of Law e rule of God in Occidente. In chiave comparata, e guardando verso oriente, il multiculturalismo indiano, con la sua peculiarità di State Nation e società “più multireligiosa del mondo”, ha costruito l'unità della Nazione sul laicismo celebrativo, capace di resistere alle tentazioni di una nuova omologazione religiosa legata ai nuovi nazionalismi. L'esperienza indiana ci aiuta ad andare oltre la mera separazione tra Stato e Chiesa e consente di rievocare la tolleranza e considerare il valore della fraternità come “comune radice” della democrazia (Ambedkar). Su queste basi metodologiche, il laicismo indiano, che non solo riconosce, ma persino incoraggia il diritto alla diversità religiosa, può rappresentare un modello da approfondire per ricercare, anche per l'Occidente, non solo l'imparzialità dello Stato rispetto alla religione, ma anche il dovere di incoraggiare le differenze in funzione di assicurare, nella società complessa e plurale, l'unità tra le diversità. |
