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Il lavoro si propone di indagare su Quinto Elio Tuberone ‘il giovane’, cercando di ricomporne le vicende della vita, i legami culturali e politici. L’A. prende le mosse da Pomp., lib. sing. ench. D. 1.2.2.46 ed integra le informazioni ivi contenute con altre desumibili dalla nota orazione tenuta da Cicerone in difesa di Quinto Ligario, accusato da Tuberone di crimen perduellionis. L’orazione, con i suoi intrecci, le sue tensioni, il tono vibrante, rappresenta un momento centrale del pensiero politico ciceroniano e lascia emergere i toni della polemica tra l’Arpinate, espressione di un gruppo dirigente battuto, ma teso a riorganizzare le sue fila e pronto a confrontarsi con il nuovo centro del potere, e Tuberone, suo avversario, che di questo centro di potere è già parte. Il sermo antiquus, di cui parla Pomponio e che ricorda, sia pure in modo più attenuato e sfumato, il giudizio ciceroniano sul ‘tipo’ di oratoria di Tuberone ‘il vecchio’, appare, per l’A., una scelta voluta dal giurista che intende porsi nel solco di una tradizione familiare che vuole difendere e nella quale trova le motivazioni ideologiche per le sue scelte politiche, certamente non troppo tormentate. |