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Come Pufendorf, anche Thomasius intende fondare su basi scientifiche la morale, individuandone leggi certe e sicure di sapore matematico. A tal fine, egli utilizza un metodo che, riassumendo in sé i princìpi sperimentali, mutuati dalla fisica galileiana, e i princìpi razionali di ascendenza cartesiana, mirava a dimostrare che le leggi della morale abbiano la stessa natura di quelle che reggono la logica e la fisica.In proposito è necessario ricordare che due grandi movimenti stavano emergendo in Germania, alla fine del Seicento, in opposizione all’ortodossia luterana: l’illuminismo e il pietismo. Pietismo e illuminismo in Thomasius risultano strettamente connessi. È in forza di tale connessione che Thomasius si presenta in Germania quale uno dei fondatori dell’Aufklärung. Le lotte, di connotazione tipicamente illuministica, che egli intraprende contro i vari fanatismi, le gerarchie ecclesiastiche, i rituali liturgici, o i processi alle streghe, frutto di pregiudizi e superstizioni medioevali, hanno radice nella sua esperienza pietistica e prendono lo spunto dalla crescente necessità di rivendicare quei princìpi di libertà di coscienza, di autonomia morale, di tolleranza speculativa e religiosa, che costituivano l’essenza dello spirito pietistico. |
