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Fin dagli inizi del Cinquecento, l’Inquisizione era stata al centro dello scontro politico: Napoli reagì in ben due occasioni –1510 e 1547– ai tentativi del potere spagnolo di introdurre tribunali inquisitoriali simili a quelli attivi nella penisola iberica, con il contributo di diversi ceti sociali uniti per il perseguimento di un obiettivo comune. Si temeva che quell’impianto repressivo avrebbe ristretto il potere delle magistrature locali e alterato le basi organizzative del rapporto fra il regno e la corona, fondato sul rispetto delle autonomie e delle consuetudini vigenti. Gli equilibri su cui si reggeva la società del sud Italia erano precari ed era diffuso il timore che il nuovo soggetto giudiziario potesse essere un’arma troppo forte nelle mani del potere vicereale. |
