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Lo studio è dedicato all’analisi dei rapporti tra (alcuni de)i detti sul figlio dell’uomo presenti nei Vangeli sinottici e le visioni che hanno come protagonista un personaggio designato come tale nell’Apocalisse di Giovanni. L’indagine, che in parte continua quella proposta nel volume Visioni del figlio dell’uomo nel Libro delle Parabole e nell’Apocalisse (Morcelliana, Brescia 2012), ma che si concentra sullo specifico dei rapporti tra i vangeli sinottici e l’Apocalisse (aspetto che nella monografia del 2012 era soltanto accennato per lasciare spazio ad altri flussi di trasmissione protocristiani), mette a frutto la prospettiva metodologica di M. Foucault tesa a valorizzare le differenze tra le cosiddette “parole- azioni” e “resoconti aleturgici” o “racconti di veridizione storicizzata” nei contesti religiosi e più generalmente culturali tra antichità e tardo-antichità. Proprio partendo dalle riflessioni di Foucault sui discorsi, l’articolo tenta di valorizzare la possibile preistoria dei materiali protocristiani che mettono al centro della loro ricostruzione memoriale di Gesù la figura del figlio dell’/d’uomo danielico, risalendo alle pratiche visionarie che stanno dietro all’Apocalisse, e postulando una loro anteriorità o maggiore aderenza alle prassi dei primissimi gruppi di credenti in Gesù (almeno nella trasmissione di specifici flussi sul figlio dell’/d’uomo) rispetto ai resoconti storicizzanti dei sinottici. Lo studio cerca anche di testare i risultati emersi dall’indagine monografica condotta dall'autore nel 2012 sulla base di alcune nuove ricerche, in particolare le ultime condotte da L.W. Hurtado e quelle di M. Vinzent. |