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Lo studio si interessa dei processi creativi del linguaggio architettonico contemporaneo ed intende approfondire come la stessa genesi geometrica delle architetture, non solo la loro apparenza, si identifichi con il le mutazioni in atto cambiamento e contamini fortemente i modelli geometrici di riferimento. I processi progettuali si sono spinti molto nella esasperazione ricerca formale sperimentando organismi tanto aperti e dinamici da risultare apparentemente lontani da una logica sottesa, da un significato latente, dalla disponibilità a sottoporsi ad un disegno ordinatore delle forme. La possibilità di utilizzare i sistemi digitali di modellazione ha avuto un indubbio effetto liberatorio sui processi ideativi dell’architettura, permettendo agli architetti, e al lavoro della rappresentazione, di gestire e comprendere, attraverso il disegno, livelli di maggiore complessità. Le forme e le incantevoli trame che le strutturano si fanno in qualche maniera più visibili e più convincenti e riescono, inaspettatamente, a proiettare nel contemporaneo la concinnitas albertiana o i disegni di Piero della Francesca, così come richiamano la seduzione descritta ne Il mondo delle forme da Henri Focillon. Le nuove funzionalità infografiche, capitalizzando la solidale dipendenza tra le entità spaziali, si configurano come strumento dinamico non solo per la rappresentazione, ma anche per la rivelazione del complesso iter creativo dell’architettura e del disegno sotteso che la genera, pure quando le sue leggi sembrano inafferrabili. Il contributo offre esempi di studio attingendo al linguaggio di Herzog & de Meuron, specificamente al Centro per l’Arte Contemporanea TEA realizzato a Santa Cruz de Tenerife e all’opera di Peter Zumthor, in particolare alle due piccole cappelle di San Benedetto in Svizzera e di San Nicola de Flue in Germania. |