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L'articolo analizza un documento medievale, il resoconto testamentario della regina Maria d'Ungheria, già moglie del re Carlo II d'Angiò, redatto dopo la morte della regina al fine di vendere, donare e assegnare gli oggetti che le erano appartenuti. L'analisi del testo consente di comprendere le strategie che la regina mise in campo come committente di opere d'arte, ma anche la sua appartenenza culturale a due mondi molto distinti, quello napoletano-provenzale della dinastia angioina, e quello ungherese. |