Mutazioni a differente esito nella metilmalonico acidemia di tipo mut0 ripropongono il problema del timing nello screening metabolico allargato

Autor: VILLANI, GUGLIELMO ROSARIO DOMENI, PECCE, RITA, SALVATORE, FRANCESCO, FRISSO, GIULIA, RUOPPOLO, MARGHERITA, Scolamiero, E., Ingenito, L., di Girolamo, M. G., Albano, L., Gallo, G., Crisci, D., Di Stefano, C.
Přispěvatelé: SIMMESN (Società Italiana Per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale), Villani, GUGLIELMO ROSARIO DOMENI, Scolamiero, E., Pecce, Rita, Ingenito, L., di Girolamo, M. G., Albano, L., Gallo, G., Crisci, D., Di Stefano, C., Salvatore, Francesco, Frisso, Giulia, Ruoppolo, Margherita
Jazyk: italština
Rok vydání: 2015
Popis: Introduzione.L’acidemia metilmalonica (MMA) è una rara malattia autosomica recessiva del catabolismo dell’acido propionico dovuta a carenza totale o parziale dell’enzima metilmalonil-CoA mutasi (MUT) o a difetti di assorbimento o del metabolismo dei coenzimi derivanti dalla cobalamina. Si tratta di una malattia che può avere esiti mortali se il trattamento terapeutico non è iniziato immediatamente, per cui la diagnosi precoce è indispensabile. La diagnosi di malattie metaboliche ereditarie attraverso programmi di screening neonatale, rappresenta oggi uno degli strumenti più avanzati della pediatria preventiva (1) ma è ancora molto controverso quale sia l’intervallo di tempo più opportuno per la raccolta del campione. Scopo del lavoro e metodi.Noi qui riferiamo di due casi di MMA con due differenti mutazioni di tipo mut0, ovvero del tipo funzionalmente più invalidante, individuate nell’ambito di un programma di screening metabolico allargato effettuato mediante dosaggio di aminoacidi e acilcarnitine su driedblood spot o siero attraverso spettrometria di massa tandem (2). Risultati.Caso clinico 1: il primo paziente, apparentemente normale alla nascita, veniva ricoverato dopo 24 ore in terapia intensiva con imponente acidosi metabolica e chetosi. Lo screening, effettuato a 48 ore dalla nascita, mostrava un aumento significativo di C3 con un livello normale di C4DC; il dosaggio di acido metilmalonico su driedblood spot (DBS) portava alla diagnosi di MMA, confermata dal dosaggio degli acidi organici urinari. L’analisi molecolare rivelava che il paziente era omozigote per la mutazione di splicing c.1560+1g>t nell’esone 8 del gene MUT. L’analisi dell’RNA estratto da sangue periferico mostrava che la mutazione risultava nello skipping dell’esone 8 corrispondente alla delezione in frame p.S483_K520del nella proteina. La tempestiva diagnosi purtroppo non era sufficiente ad impedire l’exitus del paziente, avvenuto poco dopo le 48 ore di vita. Caso clinico 2: il secondo paziente nato in struttura che non eseguiva screening neonatale, era ricoverato a 5 giorni di vita in terapia intensiva neonatale (TIN) in seguito a grave disidratazione, ipotonia e progressiva letargia emersa dall’anamnesi a partire dalla seconda giornata. Il dosaggio di aminoacidi e acilcarnitinesu DBS è stato effettuatoin quinta giornata. Il profilo delle acilcarnitine e successivo secondtier test erano compatibili con una diagnosi di MMA, confermata dal dosaggio degli acidi organici urinari. L’analisi molecolare mostrava che la paziente era omozigote per la mutazione c.682C>T (p.R228X) sull’esone 3 del gene MUT. La paziente al momento è in terapia con prognosifavorevole. Conclusioni. I risultati di questo studio risollevanoilproblema del timing nello screening metabolicoallargato. Infatti, le lineeguidaitalianesuggerisconocheilcartoncino per lo screening siaeffettuatotra le 48 e le 72 ore dallanascita; tuttavia, la diagnosi di malattie come la MMA chepossonoavereesordio molto precocericeverebbeindubbibeneficidall’anticipazione del timing ad almeno 24 ore, come giàavviene in altripaesi, ad es. alcunistatidegli U.S.A. (Utah e Mississippi) (3) chesuccessivamenteeffettuano un secondo cartoncino in modo da evitarefalsinegativi. Inoltre, irisultatidelladiagnosimolecolaresottolineano la difficoltà di unacorrelazionegenotipo-fenotipo, dal momentochemutazioniapparentementemeno severe possonorisultare in unasintomatologiadrammatica molto piùprecoce ad esitoinfausto. Bibliografia 1- Scolamiero E. et al, MolBiosyst. 2015 Jun;11(6):1525-35. doi: 10.1039/c4mb00729h. 2- Catanzano F et al, J InheritMetabDis 2010;33:91–4. 3- http://www.rules.utah.gov/publicat/code/r398/r398-001.htm
Databáze: OpenAIRE