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Il saggio esamina il canto xxx del Paradiso offrendone una lettura che tiene conto del rapporto tra la riflessione filosofica e l’espressione poetica; obiettivo della proposta esegetica complessiva è sottolineare come l’invenzione poetica dantesca riesca a spingersi oltre i limiti del rappresentabile in un luogo come l’Empireo che per lunga tradizione scientifica, teologica e filosofica non può essere compiutamente raffigurato. Evidenzia infine, sulla base del fecondo rapporto del poeta con alcuni precedenti classici, come l’esibita insufficienza della parola di fronte a una realtà che trascende ogni possibilità di rappresentazione si trasformi per mezzo di un sapiente uso dell’analogia e delle sinestesie in uno dei vertici piú alti dell’espressività di Dante. The paper examines the canto xxx of ‘Paradiso’, giving an interpretation that takes into account the relationship between philosophical reflection and poetic expression. The overall goal of this lecture is to highlight how Dante’s poetic invention is able to push beyond the boundaries of representability in a place like the Empyrean, which, according to a long tradition of science, theology and philosophy, cannot be fully represented. On the basis of Dante’s fruitful relationship with some classical precedents, the paper finally highlights how the inadequacy of the word before a reality trascending any chances of re presentation, is transformed, through a wise use of analogy and synesthesia, into one of the highest peaks of Dante’s expressiveness. |